Nuova musica per il tuo viaggio

Le auto elettriche sono veramente sostenibili e ad impatto zero per l'ambiente?

I prossimi trent'anni saranno decisivi per l’industria dell’automobile che dovrà abbracciare una transizione energetica epocale, con il fine di rivoluzionare il nostro concetto di mobilità

IMMAGINE COPERTINA

“Quella umana è l'unica specie al mondo ad aver inquinato la Terra ed è l'unica che può ripulirla”.

Le parole dell'aviatore statunitense Dennis Weaver si sposano alla perfezione con la situazione che ci accingiamo ad affrontare. I cambiamenti climatici sono solo un campanello d'allarme della grande fase di trasformazione che il mondo sta attraversando. Una delle cause del surriscaldamento globale sono sicuramente le emissioni di CO2 che ogni giorno l'uomo produce e riversa nell'ambiente: si stima che il settore dei trasporti in Europa sia responsabile del 30% dell’inquinamento atmosferico.

Le soluzioni per contrastare la crisi climatica, salvaguardando la salute dei cittadini e gli equilibri ambientali, passano anche dalla decarbonizzazione della mobilità. Per realizzare questo imponente obiettivo, il Green Deal Europeo si è imposto di ridurre le emissioni di gas serra dei trasporti del 90% entro il 2050.

IMMAGINE 1

Obiettivo 2050 che parte con la volontà di incentivare la produzione e la vendita di auto elettriche che, grazie al loro motore non a combustione, non emettono gas di scarico. Secondo gli esperti del RSE (Ricerca sul Sistema Energetico), le auto elettriche, nel corso del loro intero ciclo di vita “Lca” (Life Cycle Assessment) – che include l’estrazione di minerali per le batterie, la produzione, la guida e la rottamazione – emettono in media tre volte meno CO2 dei modelli a benzina e gasolio. Per non parlare dell'inquinamento acustico, praticamente azzerato.

Già da queste informazioni la convenienza sembrerebbe scontata, bisogna però vedere il quadro da una prospettiva più ampia. In primo luogo, da dove arriva l'energia che alimenta queste automobili? Molti paesi, inclusa l’Italia, fanno ancora largo affidamento su combustibili fossili come il gas e il carbone. Queste vengono per l'appunto definite “emissioni invisibili” perché non escono direttamente dal tubo di scappamento di un auto ma sono altrettanto importanti e vanno considerate.

All'interno di questa categoria non si può non tener conto delle emissioni originate durante il processo di produzione dei veicoli elettrici, in particolar modo delle batterie. In questo senso, infatti, l’estrazione e la lavorazione delle materie prime ha un impatto tutt’altro che trascurabile sugli ecosistemi in termini di sfruttamento delle risorse minerarie e di tossicità dei materiali.

IMMAGINE 2

Produzione strettamente legata, ovviamente, alle stesse risorse messe in gioco per la creazione di questi materiali. L’Ufficio europeo dell’Ambiente stima che, se i tassi di riciclo delle batterie non cresceranno molto entro il 2050, le miniere di rame, litio nickel e manganese attualmente in uso potrebbero esaurirsi, mentre l’apertura di nuove cave anche in Europa potrebbe avere conseguenze negative sui bacini idrici e i corsi d’acqua, la biodiversità e i diritti delle popolazioni locali.

IMMAGINE 3

In conclusione, se da una parte le auto elettriche permettono di diminuire le emissioni inquinanti di CO2, riducendo l’impatto del settore sul clima e sull’ambiente, d’altra parte, l’aumento della produzione di tali veicoli potrebbe aggravare l'influenza e lo sfruttamento delle materie prime usate per la loro realizzazione.

La direzione, dati alla mano, è sicuramente quella giusta: elettrificare il settore automobilistico è la scelta corretta ma non è sufficiente. Questo sforzo dev’essere accompagnato da misure adeguate a rendere la futura transizione energetica definitivamente libera dai combustibili fossili, investendo, quindi, in energia rinnovabile e pulita in tutte le fasi della produzione. Sarà importante, inoltre, una rivoluzione dello sviluppo urbano che dovrà scommettere sul trasporto pubblico, su soluzioni ad emissioni zero e, soprattutto, su città a misura d’uomo.

IMMAGINE 4