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Riutilizzo e Upcycling: economia circolare per l'automotive

UPCYCLING

Il rispetto e la tutela dell’ambiente sono diventati alcuni tra i temi più “caldi” e discussi degli ultimi anni. La crescente preoccupazione per l’inquinamento, unita all’interesse e alla ricerca per il recupero di materiali riutilizzabili in un’ottica di filiera di economia circolare, cercano sbocchi e applicazioni in ogni settore.

Tuttavia, ad oggi esistono materiali per cui il riciclo risulta ancora impensabile, o perlomeno di impossibile attuazione. Un esempio sono le plastiche termoindurenti delle carrozzerie dei veicoli, come bus e camion, o il polipropilene dei rivestimenti e dei tappetini che completano l’arredamento interno dei nostri veicoli. Inoltre, le ricerche portate avanti da aziende, Università ed Enti pubblici e privati per la messa a punto di materiali sostenibili e recuperabili nel fine vita del prodotto spostano l’attenzione dal downcycling - ovvero quando il rifiuto viene trasformato in un materiale od oggetto dotato di un valore minore - all’upcycling – che punta invece a un riutilizzo del materiale in una collocazione e applicazione di maggior valore rispetto a quella di origine.

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Il settore automobilistico sta provando sempre di più a riprogettare i suoi prodotti in quest’ottica di riutilizzo e riciclo. La massima aspirazione sarebbe raggiungere la costruzione di vetture smontabili al 100%, in modo tale che ogni componente funzionante possa essere poi ricollocato su altri mezzi. Questo virtuoso obiettivo, purtroppo, non è ancora così vicino in termini di tempi di realizzazione, poiché ad oggi elementi importanti come acciaio, alluminio, platino, gomma, rame, plastica e fibre di carbonio non vengono recuperati e i veicoli sono demoliti in blocco. Un grande passo verso l’inversione di rotta è proprio l’auto elettrica, non solo in termini di emissioni, ma anche in ottica di componenti: il minor numero di elementi di cui sono composte le auto green – grazie alla mancanza del motore a scoppio, dell’albero di trasmissione e del gruppo di cambio – le rende più sostenibili e più facilmente recuperabili in caso di dismissione.

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Per la realizzazione di auto integralmente smontabili e riciclabili serve sicuramente rivederne la progettazione e qualcuno si è già messo all’opera. Il Karlsruhe Institute of Technology, ovvero l’Università del Baden-Württemberg e centro di ricerca nazionale tedesco, si sta occupando dello studio per il recupero delle componenti plastiche nelle auto elettriche attraverso un processo di riciclo chimico. Tra gli elementi passabili al vaglio dell’upcycling si annoverano sicuramente anche le batterie al litio: nell’arco dei prossimi 10 anni è in previsione una crescita commerciale esponenziale di questo componente. Una volta rigenerate, le batterie potrebbero essere nuovamente immesse sul mercato per un valore (solo in Europa) di circa 2 miliardi di euro annui.

Anche il mondo degli pneumatici ha già iniziato a ragionare in chiave sostenibile: Michelin, ha stretto un accordo con Carbios, azienda francese attiva nel campo della biochimica e nella depolimerizzazione del Pet. Oggi la produzione si basa infatti quasi esclusivamente sull’utilizzo di Pet vergine e l’obiettivo è il suo recupero dalle bottiglie di plastica usate.

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Sono in corso degli studi basati sul riutilizzo di materiali di scarto provenienti dalla produzione automobilistica che coinvolgono settori finora inesplorati, come il mondo del fashion. Un esempio viene dalla collaborazione tra L’Eclaireur e Boontheshop – rispettivamente un concept store francese e una casa di moda coreana - con la casa automobilistica Hyundai. Il team porta avanti il progetto Re:Style 2021 con grandi risultati tutti da indossare: i capi nascono sia da airbag che cinture di sicurezza, ma anche da materiali ecologici usati nel Crossover 100% elettrico di Hyundai (come Biopet e fibre riciclate). La casa automobilistica aveva già avanzato la proposta di collane e bracciali nati dal riuso di vetri dei veicoli uniti a oro, argento e perle, oltre alla creazione di borse con il tessuto dei tappetini e delle imbottiture. Gli esempi in questo campo, numerosi e di spessore, ci dicono che l’upcycling è possibile e sostenibile, pronto ad essere studiato ed applicato in molteplici settori!