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GOING EASTWARDS

Il giro del mondo in 81 giorni.

Dall’Olanda all’India attraverso l’Europa dei borghi storici, la natura selvaggia dei Balcani, le zone aride dell’asia centrale e le strade scavate nella roccia dell’Himalaya. Robert Jan van der Kaaij ha viaggiato 81 giorni, percorso oltre 17.000 km, attraversato 14 Paesi, affrontando una delle strade più pericolose del mondo. 

Robert Olanda India Honda1
Going Eastward | Olanda-India | in the middle of nowhere © Robert Jan van der Kaaij

Il grafico con la vocazione dell’avventura.

Robert Jan van der Kaaij ha 30 anni, vive a 20 km da Amsterdam, lavora come graphic designer ed ha una passione travolgente: la motocicletta. È ancora un ragazzino quando, guardando un documentario sulle “vite da motociclista”, sceglie quale sarà la sua prima avventura su due ruote: attraversare l’Europa dell’Est e l’Asia centrale e arrivare in India. In attesa dell’età idonea per ottenere la patente divora racconti e testimonianze di riders dell’avventura come Gordon G. May e Paul van Hooff. Nel 2015 dopo circa un anno e mezzo di pratica sulle due ruote, pur consapevole di non avere l’equipaggiamento più adatto, Robert decide di coronare il suo sogno: stringe le cinghie del porta pacchi, monta in sella alla sua HONDA NTV 650 del 1995 azzurra, alla quale ha dato l’affettuoso soprannome di Perry, e parte. Destinazione Mumbai.

Life Callout

"La mia mente era pronta, ma non la mia attrezzatura: la moto non era adatta a nulla, la mia esperienza in fuoristrada era pari a zero, le mie borse erano goffe ed economiche, ma questi ostacoli non mi hanno allontanato dal piano. Tutto ciò ha solo alimentato la mia brama per l'ignoto. Ho voluto sfidare me stesso e la mia moto e andare verso est, adattandomi a tutto quello che sarebbe successo dopo".
[ Robert van der Kaaij tells to National Geographic email. ]

Gulabgarh Killar: la strada della morte sull’Himalaya.

Robert e Perry partono da Utrecht il 31 agosto 2015 e giungono a Mumbai il 28 novembre. Il susseguirsi di paesaggi mozzafiato aiuta il motociclista a non sentire la fatica e guida più di 10 ore al giorno. I chilometri scorrono veloci e, tranne qualche piccolo acciacco, Perry si dimostra una compagna affidabile, solida e dal temperamento adeguato alla sfida. Le difficoltà però sopraggiungono quasi alla fine dell’avventura, dopo 13.000 Km. Il 29 ottobre Robert si trova a Jammu, in India, e prepara tutto l’occorrente per percorrere il tratto che collega lo stato di Kashmir a quello di Himachal Pradesh. Il giorno prima Robert ha perso un guantone e si trova costretto a montare un riparo provvisorio sulle manopole per proteggersi dal vento. Una squadra di meccanici locali lavora su Perry al costo di soli due euro, controlla che tutto funzioni perché quella che la moto deve affrontare è sicuramente una delle strade più pericolose al mondo. Sul monte Kishtwar Kailash (6451 mt), situato nella catena dell’Himalaya, è stata scavata nella roccia una strada di circa tre metri di larghezza, è la famosa Gulabgarh Killar. Si viaggia ad alta quota attraversando banchi di nebbia, sotto incombenti sporgenze rocciose e piccole cascate che rendono scivolosa la carreggiata di pietra.

Pur famosa come Strada della Morte la Gulabgarh Killar , essendo una scorciatoia, è molto trafficata e s’incrociano frequentemente mezzi di trasporto di ogni genere, inclusi autobus locali che nonostante la mole affrontano con disinvoltura la notevole pendenza della strada. Frequenti sono anche le carovane di muli. In pochi hanno il coraggio di affacciarsi sul precipizio per scrutare il torrente che scroscia sul fondo valle.

Mentre il vento si fa più freddo e inizia a nevicare il giovane rider olandese cade più volte. Perry finisce in una pozza di acqua gelida e Robert passa alcune ore nel vano tentativo di estrarre la moto dall’acqua. La situazione è disperata e si risolve solo quando sopraggiungono alcuni passanti che lo aiutano a rimettersi in sella. Il 6 novembre, come si legge dal blog e dal profilo Instagram, Robert percorre uno dei tratti più pericolosi della Gulabgarh Killar quando, mentre salta da un masso all’altro, gli pneumatici scivolano, il manubrio gli sfugge di mano e cade, di nuovo. Fortunatamente sulla strada della morte viaggia un’ambulanza approntata dalle autorità per assistere gli infortunati. I soccorritori dopo aver accertato le sue condizioni fisiche convincono il motociclista a percorrere i seguenti 10 km di discesa a piedi trascinando la moto. Infine un furgone gli offre un passaggio e dopo il passo Rohtang lo trasporta fino al paesino di Mandi dove la strada sembra di nuovo percorribile anche in moto. È il 10 novembre e sull’Himalaya inizia la stagione del gelo. Alla fine del mese, dopo un incidente con uno spericolato motociclista indiano, dopo essere stato intervistato dai giornali locali per il coraggio dimostrato e dopo aver affrontato un’ultima highway, Robert e Perry raggiungono Mumbai

L’ITINERARIO DI ROBERT E PERRY.

Partenza dall’Olanda il 31 Agosto 2015. Dopo aver attraversato i verdi polder della sua terra natale, Robert e Perry superano il Belgio e in pochissimo tempo, seguendo il confine Francia-Germania, giungono al valico di Sustenpaas, sulle Alpi Urane in Svizzera, e scendono in Italia. Qui si concedono di procedere a velocità basse per godere la vista dei bellissimi borghi storici della Pianura Padana. Entrano in Slovenia passando da Trieste e attraversano la Croazia, con sosta nella sperdutissima cittadina di Krapina per visitare una caverna in cui sono state rilevate tracce di Homo di Neanderthal, poi la Serbia e le rigogliose pianure danubiane della Romania. Sono luoghi dal fascino irresistibile e Robert decide di lanciarsi con il parapendio dai monti Balcani; la vista dall’alto è sensazionale: il verde acceso delle piantagioni contrasta con il blu profondo del grande Danubio. Seguono la Bulgaria dove alcuni simpatici negozianti di Karlovo accolgono Robert calorosamente offrendo un riparo e una cena tipica. In Turchia Robert e Perry fanno una deviazione per visitare le saline di Pass Pamukkale: piscine termali naturali di calcare bianco che cola sul dorso della montagna assumendo l’aspetto di un “castello di cotone”. Superato Assos si spingono decisamente verso est raggiungendo l’Iran, le città di Bazaar, TehranKashan, e Shiraz. Qui Robert visita la bellissima Tomb of Hafez (il celebre poeta persiano) con la sua cupola di rame finemente decorata con arabeschi brillanti. Prima di arrivare in Pakistan Robert e Perry viaggiano miglia e miglia senza trovare una stazione di servizio, il peso delle taniche di benzina si fa sentire e le gomme si consumano rapidamente sulla strada arida. Sul tratto Dalbandin-Quetta Perry manifesta i primi problemi di salute: racconta Robert che cinque minuti dopo essere uscito dall’albergo la moto inizia a ‘tossire’, e si ferma: ‘Time to visit the doctor (mechanic)’ scrive sul web. A ottobre finalmente raggiunge l’India e il 28 novembre 2015 entra in Mumbai, capitale dello stato di Maharashtra