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Angkor

La città dimenticata.

Clara ha vistato le rovine di Angkor. Ci fu un tempo in cui era la più grande città del mondo, con un milione di abitanti, poi venne inghiottita dalla jungla e dimenticata dagli uomini. Dopo sei secoli è riapparsa per testimoniare la grandezza della civiltà Khmer, con centinaia di templi e migliaia di sculture colossali.

Angkor
Angkor (Cambogia) | Febbraio 2017 | © Clara Premarini

Una complessa area urbana che probabilmente superava il milione di abitanti.

I numeri dell’area di Angkor mettono in difficoltà la nozione consueta di sito archeologico: quattrocento chilometri quadrati di resti archeologici, centinaia di templi già scoperti, migliaia di reperti e una miriade di sculture colossali, sbalorditive per le dimensioni e la bellezza. Numeri che sono destinati ad aumentare giacché recentemente gli archeologi hanno scandagliato dall’alto con speciali tecnologie laser la vastissima zona verde che circonda i templi scoprendo che la giungla nasconde un sistema urbano grande almeno quanto Phnom Penh, l’attuale capitale della Cambogia. Per oltre cinque secoli la giungla ha divorato le abitazioni di legno e inglobato i monumenti in pietra arenaria (solo le divinità potevano risiedere in dimore di mattoni o pietra) nascondendoli e preservandoli fino al 1860 quando l'esploratore francese Henri Mouhot ha individuato il sito durante una spedizione della Royal Geographic Society. Dal 1992 Angkor è Patrimonio UNESCO ed è una meta fra le più ambite dai turisti di tutto il mondo. 

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Angkor (Cambogia) | Febbraio 2017 | © Clara Premarini
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Angkor (Cambogia) | Febbraio 2017 | © Clara Premarini
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Angkor (Cambogia) | Febbraio 2017 | © Clara Premarini
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Angkor (Cambogia) | Febbraio 2017 | © Clara Premarini
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Angkor (Cambogia) | Febbraio 2017 | © Clara Premarini
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Angkor (Cambogia) | Febbraio 2017 | © Clara Premarini

Di seguito riportiamo alcune coordinate per inquadrare gli aspetti generali della storia e dei monumenti di Angkor.  

Un impero millenario.

La civiltà Khmer si sviluppò sul territorio dell'attuale Cambogia a partire dalla fine del VI sec., nell’ottavo secolo d.C. Jayavarman II (802-850) si proclamò Re del Mondo dando inizio a un impero che durò più di 600 anni, fino alla seconda metà del XIV sec., e che si estese su un vasto territorio che comprendeva l’odierna Cambogia, la Thailandia e parte del Laos e di Myanmar. Angkor era il sistema urbano centrale di questa civiltà e il nucleo della sua vita politica, culturale e religiosa. La religione induista prima e poi quella buddista vi hanno lasciato testimonianze d’arte e architettura straordinarie.

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Angkor (Cambogia) | Febbraio 2017 | © Clara Premarini

Re Indravarman I (877-889) fondò la capitale Roulus, con un tracciato urbanistico discendente da una precisa concezione cosmologica e con templi concepiti in onore degli antenati. Rilevanti sono il tempio-montagna del Bakong e il tempio Preah Ko, costellato di torri.

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Angkor (Cambogia) | Febbraio 2017 | © Clara Premarini

Fra il 1113 e il 1150, durante il regno di Suryavarman II, fu costruito il tempio di Angkor Wat, ancora oggi la più grande struttura religiosa nel mondo. Il suo nome significa "La capitale che è un tempio" e comprendeva il palazzo reale e il santuario principale, probabilmente dedicato a Vishnu. Il complesso è stato concepito con riferimento alla cosmologia indù: le cinque torri centrali rappresentano il Monte Meru (l'Olimpo indù), le pareti esterne indicano le montagne alla fine del mondo e il fossato raffigura l'oceano oltre le montagne. L’armonia architettonica di Angkor Wat è oggi un simbolo nazionale ed è riprodotta anche nella bandiera della Cambogia.

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Angkor (Cambogia) | Febbraio 2017 | © Clara Premarini

Durante il regno di Jayavarman VII (1181-1218), dopo il saccheggio ad opera dei Cham del Vietnam, la capitale fu ricostruita e il re, fervente buddhista, vi fece erigere un gran numero di templi e monasteri. Angkor Thom “la grande capitale” è circondata da una muraglia quadrata alta 8 metri e lunga 12 chilometri, al centro della quale si innalza il grande tempio del Bayon la cui architettura sembra volesse simboleggiare il fiore di loto. Su ogni lato delle 54 guglie è scolpito il viso del re a raffigurare Avalokitesvara, il Buddha della Compassione, in tutto 216 volti dal sorriso enigmatico. Sulle facciate delle gradinate e dei labirinti i bassorilievi descrivono con più di undicimila personaggi gli aspetti della vita di tutti i giorni: abitazioni, mercati, risaie, canoe, animali, gente comune, danzatrici, soldati e carri in combattimento, sovrani e divinità. All'interno di Angkor Thom meritano una visita anche la Terrazza degli Elefanti e la Terrazza del Re Lebbroso, il loro nome deriva dalle sculture e decorazioni che raffigurano i grandi elefanti e la statua di Yama il dio indù della morte.

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Angkor (Cambogia) | Febbraio 2017 | © Clara Premarini

La civiltà khmer finì nel 1431 con l'invasione dei Thai. Il complesso urbano di Angkor, che nel momento della sua massima fioritura, fra il IX e Il XII secolo, era la più grande città del mondo, venne abbandonato e la foresta tropicale ne ricoprì rapidamente ogni traccia.

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Angkor (Cambogia) | Febbraio 2017 | © Clara Premarini

L’area archeologica di Angkor è situata in Cambogia a nord del lago Tonle Sap, nella provincia di Siem. Conviene soggiornare a Siem Reap, a circa 6 chilometri dal sito archeologico. I luoghi d’interesse sono molti e distanti tra loro e il modo migliore per muoversi è noleggiare un mezzo con autista. Per una visita adeguata dei monumenti più importanti servono minimo tre giorni. Il biglietto si compra all'ingresso e vale per tutti i templi. 

Leggi il diario di CLARA VIAGGIA SOLA