A Épernay, in champagne, persino le rotonde sono coltivate a vigna, le note dei Creedence ci accompagnano nella scoperta del paesaggio e delle bollicine.

Ho raccolto talmente tante notizie sul viaggio che stiamo per intraprendere che un po’ mi sembra di averla già vista, la Francia del nord: il maestoso oceano, le ostriche, le specialità culinarie a base di pesce, i paesaggi mozzafiato con la minima concentrazione di turisti. Seduta sul lato passeggero del camper controllo itinerari e orari per capire se stiamo rispettando la tabella di marcia, del resto è la prima volta che mi spingo così lontano su quattro ruote ed è incredibile quanto siano lunghe in realtà le distanze che su Google Maps misurano solo pochi centimetri.

Osservo i cambiamenti del paesaggio, le colline verdeggianti e i campi coltivati lasciano progressivamente spazio alle viti, sempre più numerose. La zona dello champagne, dove ci troviamo, si presenta come una distesa infinita di vigne. Persino le rotonde sono coltivate e sorridiamo divertiti. I Creedence fanno da colonna sonora alla sequenza di magnifici scenari verdi, sono l’apoteosi della cultura agricola europea, non riusciamo a staccare lo sguardo.

Il programma prevede di fermarci una sola notte ad Épernay, giusto il tempo di riposarci un attimo e fare visita a una cantina o maison del più famoso vino del mondo, ma i programmi sono fatti per essere modificati. Abbiamo trascorso ben tre giorni fra le vigne di Épernay, spostandoci con le nostre biciclettine pieghevoli, alternando salite e discese, vigne e borghi, facendo seguire alla scoperta del territorio quella delle bollicine, e, per quanto il paesaggio e i luoghi siano affascinati, sono state proprio queste ultime a rendere frizzanti le nostre giornate.

La nostra giornata comincia in modo allegro, con una lunga e pigra biciclettata in cui ci godiamo tutto il verde-giallo dolcemente ondulato del paesaggio collinare e prosegue immancabilmente con la degustazione di champagne in una o più maison. Le cantine di piccole dimensioni, per lo più situate in castelli e ville elegantissime, sono curate ed intime, seducenti. Lo champagne ha qualcosa di sensuale, un gusto festoso e vagamente glamour; è l’atmosfera che mi fa sentire una principessa, o sono le bollicine?

Abbiamo visitato anche l’immensa cantina del famoso Mercier: praticamente un parco divertimenti. Il tour è cominciato con un film, seguito da una discesa in ascensore e da un giro sul trenino che si districa tra i 332 chilometri di gallerie scavate sotto la cittadina. Ovunque siamo raggiunti da una voce al microfono che ci spiega le diverse fasi della produzione dello champagne. Ovviamente si conclude con una degustazione.


Affrontare le salite dopo varie degustazioni non è impresa facile, tanto più se le ruote delle biciclette sono molto piccole, sicuramente non è facile per chi, come noi, si è lasciato trasportare dall’entusiasmo per le bollicine. Fortunatamente il fiume che attraversa Épernay, la Marne, pare sia lì ad aspettarci, ci fermiamo ad acquistare due baguette e ci sediamo in riva al fiume. Delle anatre si avvicinano nella speranza di avere un po’ di cibo e, lanciando briciole di pane nell’acqua, mi sembra di esser tornata bambina.

Dopo qualche ora passata ad oziare decidiamo di rimontare sulle bici per fare un giro del centro. Ogni negozio o locale vende champagne e scopriamo che anche il bar in cui ci siamo fermati ha una cantina sotterranea, ben fornita peraltro, con champagne provenienti da tutta la zona. Prima di acquistare i prodotti ci lanciamo in un’altra degustazione.

Quando usciamo dal locale è ormai buio e i nostri zaini sono molto, ma molto più pesanti di quando siamo entrati, in compenso si sono alleggeriti i nostri portafogli. Scopriamo che lo champagne è un lusso, ma non ha importanza: bere champagne a Épernay è una cosa che si deve fare quando si va in Francia.
Quando ho pianificato il viaggio, mai avrei pensato di lasciare il cuore in questo paesello tra le colline della Vigna e gli scorci della Marne. Voglio portare a casa dei souvenirs ma il tempo stringe e per noi è ora di rimetterci in marcia, direzione oceano.
Qualcuno ha detto: “il viaggio lo vivi tre volte: quando lo pianifichi, quando lo vivi e quando lo ricordi”. Quel qualcuno aveva assolutamente ragione.
Grazia Bonacina
