Poco distante da Lisbona si erge Obidos, una cittadina di case bianche contornate da grandi pennellate di colore, che in passato fu offerta da Re Dinis I alla moglie Dona Isabel come dono di nozze.

Immersa nei meleti della Leiria, Obidos offre riparo a chi vuole sfuggire al caos e alla frenesia della vicina Lisbona. Muri senza fine, di case bianche addossate l’una all’altra, conquistati da sempreverdi rampicanti, colori di fiori che esplodono nella luce rarefatta. Vicoli e saliscendi che dividono poliedri di intonaco bianco contornati da decori ocra, cobalto, carminio, neri. Poche azulejos. Bianco anche l’intonaco delle 14 chiese. A luglio compagnie di teatro inscenano episodi di vita medioevale lungo le stradine che portano alla rocca, con canti di menestrelli e “magologie” di stregoni. Ogni bottega offre in bicchieri di cioccolato la ginginha, liquore tipico di ciliegie; mentre nei negozi si dipingono e modellano ceramiche. Difficile non lasciarsi affascinare dalla bellezza di questo posto e dal suo sapore medioevale, specialmente in una giornata uggiosa in cui la nebbia leggera dona alle mura un aspetto ancor più fiabesco.
[Diario di viaggio - ©Arioli Eva ]















Obidos è una graziosa cittadina fortificata nell’ovest del Portogallo, nel distretto della Leiria. Fondata dai Celti nel 308 a.c., porta con sé una storia fatta di ininterrotte dominazioni: Romani, Visigoti e Arabi, fino ad arrivare alla riconquista portoghese nel XII° secolo. Le mura del borgo risalgono alla dominazione araba, mentre l’imponente castello medioevale, perfettamente conservato, fu fatto costruire nel Duecento da re Dionigi I. La cura prestata alla cittadina nel corso del tempo dipende soprattutto dal fatto che Obidos fu per tradizione lasciata in dote alle regine del Portogallo, che rimasero tutte incredibilmente incantate dal suo fascino. Originalmente il castello era un edificio austero, ricco di torri, merli e ampi portoni; l’attuale aspetto di palazzo risale al Cinquecento, con l’aggiunta di elementi architettonici sontuosi e compositi tipici dello stile manuelino o tardo gotico, di cui è un bellissimo esempio la Porta da Vila del Seicento, una delle quattro porte di ingresso rivestita da azulejos decorati con il tema della passione di Cristo. Passeggiando attorno alla cinta muraria è possibile ammirare il borgo dall’alto nella sua inaspettata esplosione di colori: strette vie acciottolate con casine bianche dalle rifiniture blu, gialle, verdi o rosse, circondate da bouganville di un fucsia acceso. Tra le varie chiese spiccano quella di Santa Maria, protettrice della città, con il suo soffitto affrescato, la Igreja da Misericordia con l’interno interamente decorato da piastrelle, quella di Sao Pedro a tre navate e il Santuario do Senhor Jesus da Pedra a pianta esagonale. Obidos è anche nota per il suo annuale Festival del Cioccolato, dove il profumo di quest’ultimo si mischia splendidamente con quello del Ginjinha, il tipico liquore portoghese di ciliegia solitamente bevuto in piccoli bicchieri, ma che a Obidos servono per tradizione in piccole coppette fatte anch’esse di cioccolato.