Gustiamo il peccato di gola seduti in una graziosa piazzetta antica, proprio sotto le guglie gotiche della chiesa, è un luogo che invita alla sosta, a lasciarsi cullare dalla luce che accende le pietre antiche.

Estella
Incomincio a camminare prima dell’alba, sola. Un gruppo di coreane mi raggiunge e mi supera con una facilità deprimente; in tempo zero spariscono all'orizzonte. Sono davvero buffe con quelle t-shirt e i pantaloncini da calciatore indossati sopra maglia e pantaloni termici. Svolto una curva e trovo Klaus seduto su una roccia che mi guarda con un sorriso sornione: vuole fare una deviazione e passare da Viana, un bellissimo borgo storico murato sopra una collina, dice che “proprio in centro c’è un bar che serve colazioni spettacolari”. Questa è la sesta volta che Klaus percorre il Cammino Francese verso Santiago e le sa tutte. Mi aggrego e si aggrega anche Matthew, l’americano.
Viana
In effetti le colazioni del bar di Viana sono irresistibili. Dolce o salata? Nell’indecisione le ordino entrambe. Da queste parti, fin dalle prime ore del mattino, i locali si sfidano a chi espone sul banco la più intrigante parata di pinchos, i famosi stuzzichini spagnoli altrimenti noti come tapas. Chi non li ha visti non può immaginarne l’effetto sugli occhi e sulla gola: sono irresistibili. Un vero e proprio attentato alle “gambe” del pellegrino.

Gustiamo il peccato di gola seduti in una graziosa piazzetta antica, proprio sotto le guglie gotiche della chiesa, è un luogo che invita alla sosta, a lasciarsi cullare dalla luce che accende le pietre antiche. Matthew si siede sui gradini del sagrato, spoglia le scarpe e conta le vesciche, la colazione si allunga fra chiacchere di pellegrini. Ben presto il gruppo si allarga e quando ripartiamo rido fra me e me pensando che sembriamo la rappresentazione di una barzelletta: “ci sono due italiane, un danese, un americano, un inglese ed un australiana…”




Logroño
Sto attraversando il ponte sull’Ebro, fra pochi passi entrerò in Logroño la capitale della Rioja, la Tierra de vino tinto. La tappa è “volata”, ho camminato leggera fra le chiacchere con Viola, ogni passo una nuova confidenza. Viola… mi sembra di conoscerla da una vita. Saremo grandi amiche.

Da bravi pellegrini bussiamo all’ostello parrocchiale, il dormitorio è un po’ spartano, ma in cambio di una piccola donazione i tagliato in due da una strada porticata, punteggiato qua e là da monumenti e chiese di rilevo. Altri pinchos! Verso sera io e altre ragazze rientriamo in ostello per dare una mano ad apparecchiare e i volontari ci svelano i trucchi per cucinare le patate alla riojana. Da qualche parte qualcuno canta un flamenco. Mi addormento.
Fra l’ostello di Logroño e chiesa vi è un passaggio segreto, lo usano i pellegrini per ritrovarsi a pregare. Orazioni in lingua spagnola, italiana, inglese, coreana… la globalizzazione della spiritualità si potrebbe dire. Non manca di fascino e tocca profondamente anche me, che pure non sono credente.


