I venditori di strada fotografati da Clara sono testimoni di forme economiche e sociali destinate ad essere presto sostituite da quelle del mercato globale capitalistico. Il caso storico ha voluto che in Birmania siano ancora visibili, con tutto il fascino delle cose che da noi sono scomparse e che ci appaiono come valori perduti.

L’odore e la nuda, impudica, crudità della carne esposta al sole sul vecchio bancale di legno usato come bancarella ai lati della strada ritornano ad essere necessità e desiderio di allontanare la fame, tradizione della sopravvivenza, sapienza, cultura; etica.
Clara Premarini
Dal diario di CLARA VIAGGIA SOLA – Myanmar Gennaio-Febbraio 2017.


La Birmania ha chiuso le porte ai turisti per oltre mezzo secolo. La giunta militare si è disposta a una cauta apertura solo negli anni Novanta, ma il boicottaggio attuato a livello internazionale con l’obiettivo di sanzionare il regime per le violazioni dei diritti civili, ha impedito al turismo di espandersi. Solo dopo la fine delle sanzioni, all’incirca sei anni fa, si creano le condizioni per lo sviluppo del turismo e oggi assistiamo ad un’esplosione: la Birmania sta diventando una meta esotica ambita sia dai turisti occidentali sia, e soprattutto, dai turisti orientali, cinesi e giapponesi. Attualmente il numero delle persone che visitano il paese supera abbondantemente il milione all’anno e cresce velocemente.
Il turismo globale è un mercato in forte espansione e s’inserisce nel processo di globalizzazione del mercato capitalista come un ulteriore e importante fattore di predazione della natura e delle culture. Sempre in cerca di nuove mete, il turismo non risparmia alcun luogo e modifica rapidamente tutto quel che trova contribuendo alla mercificazione di ogni residua forma di autosussistenza economica e d’indipendenza culturale.
La Birmania è un paese con un patrimonio naturale, archeologico e culturale immenso, una civiltà millenaria che (dopo aver subito le vessazioni del colonialismo britannico) in conseguenza della chiusura attuata dalla lunga dittatura militare (il colpo di stato risale al 1962) si presenta ora con una notevole conservazione delle proprie specificità e unicità storiche, culturali e ambientali. Un mix ‘esotico’ perfetto per gli operatori turistici. Le fotografie delle rovine di Bagan con torme di turisti appollaiati sui templi e con decine di mongolfiere che si sollevano all’alba sopra le guglie millenarie prefigurano quel che succederà nei prossimi anni. Le foto di Clara qui pubblicate ci mostrano una realtà per ora relativamente inquinata dalla globalizzazione; i venditori di strada qui fotografati sono testimoni di forme economiche e sociali che il caso storico ha conservato in modo più autentico che altrove.










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