1973. Un locale delle zone più degradate di New York, dove scarafaggi e immondizia sono di casa, intreccia indissolubilmente la sua storia con quella di alcuni gruppi fondamentali nella scena musicale punk e new wave.
Dopo la sua chiusura, nel 2006, il CBGB verrà considerato uno dei luoghi più fotografati della scena rock.

Altra musica per palati ingordi.
È il 1973, siamo a New York nel Lower East Side di Manhattan. Hilly Kristal, personaggio decisamente eccentrico e un po’ rude ma di animo generoso, apre al 315 di Bowery Street il CBGB (detto anche CBGB's o CB's). Il nome per esteso è Country Blue Grass Blues, che in seguito si estenderà a Country Blue Grass Blues and Other Music For Uplifting Gourmandizers (altra musica per palati ingordi).

Nell’agosto dello stesso anno crolla il Mercer Arts Center, edificio tra i pochi che hanno ospitato la musica dei gruppi underground del periodo, come Suicide e Wayne County & the Electric Chairs, e la “controcorrente” musicale si guarda intorno cercando un altro luogo dove potersi esibire. L’attenzione ricade sul CBGB, che con i suoi marchi di birra impressi sulle insegne al neon, la luce flebile che illumina il palco posto contro il muro, il soffitto nero e le tubature a vista appare il luogo ideale.
A differenza di quanto previsto da Kristal, la cui intenzione è quella di inaugurare un locale destinato alla musica country, il CBGB diventa inconsapevolmente il punto di riferimento della musica punk rock, prima newyorchese e poi statunitense. Il banco di prova e sperimentazione di gruppi come Television, Ramones, Talking Heads, Blondie, Patti Smith, Mink DeVille, Tuff Darts, Shirts, Heartbreakers, Fleshtones e altri ancora.

Hilly Kristal: “il gran curatore del punk”.
La voce che nel CBGB si esibiscono le band “originali” inizia a diffondersi e la clientela del locale aumenta, grazie anche al buon vecchio Hilly che verrà definito da alcuni “il gran curatore del punk”. La consacrazione del locale a luogo mitologico del punk rock avviene nel 1975, quando viene proposto al suo interno il primo Festival rock. Progressivamente verso la fine degli anni Settanta la grande stagione del punk va scemando.
Il CBGB cerca di sopravvivere sommerso dai debiti, puntando su quei gruppi che ne costituiscono una piccola nicchia, ovvero l’Hardcore punk e in particolare il NY-Hardcore, dedicando le domeniche all’esibizione di gruppi emergenti, una sorta di rassegna che prende il nome di Matinee Day e che avrà breve vita per i disordini causati dentro e fuori il locale.
Negli anni Novanta il CBGB, da locale famoso come covo della controcultura, si trasforma in semplice birreria, fino a quando nel 2006 chiude in seguito ad una lunga battaglia legale con i proprietari dell’edificio. Hilly, ormai 75 enne, ancora non si arrende e vorrebbe riaprire un altro locale, ma purtroppo muore nel 2007.
« Per quelli che non hanno visitato il posto, pensate al bagno di casa vostra ma solo un po' più grande, coperto di graffiti e con puzza di piscio praticamente ovunque per il fatto che il proprietario Hilly Cristal lasciava i suoi cani liberi di scorrazzare nel locale, una cosa che il compianto Joey Ramone trovava spassosa »
[Alan Parker, booklet del CD Ramones - Best of the Chrysalis Years[]
Cosa resta del CBGB?
Le pareti piene di scritte e stickers conservate in teche di vetro all’interno di un negozio di moda.
Numerosi si recano a vedere ciò che resta della storia del punk newyorchese. Il 315 di Bowery Street è occupato da un negozio di moda per uomo che ha mantenuto lo stile e gran parte degli “arredamenti” del CBGB. Le pareti originali sono state coperte con lastre di vetro per salvare quello che resta delle storiche scritte e degli stickers.
La sera del debutto dei Ramones, il CBGB “Era un posto semi abbandonato (…) Era una fogna (…) Il posto si riempì di travestiti che erano entrati al CBGB’s dopo essere stati al Bowery Lane Theater. Furono grandi con noi, supportandoci durante tutto lo show e rendendo la cosa molto cabarettistica. Il pubblico strillava e fischiava ad ogni canzone (…) Quando salimmo sul palco, io attaccai il basso e diedi un’occhiata intorno. Sul muro, vicino al palco, c’era un enorme poster di Marlene Dietrich (…) Suonammo per quindici minuti e fu un successo. Cercavamo di suonare le canzoni una attaccata all’altra. Dopo ogni canzone, qualcuno gridava «Take it!» ed io contavo uno, due, tre, quattro ed attaccavamo subito un altro pezzo. Alla fine del concerto io lanciai per aria il mio Danelectro facendolo rimbalzare per terra un po’ di volte finché non si ruppe. Pensavo che fosse l’ultima moda glamour.”
[Dee Dee, bassista dei Ramones.]

