Principale porto mediterraneo per i traffici di caffè, è interessante ripercorrere tra le sue vie un tour tra alcuni Caffè letterari che ospitarono e ispirarono grandi scrittori, poeti e musicisti. Riconosciuta dal resto d’Europa come importante crocevia letterario, dal 1998 vede svolgersi annualmente il Festival Internazionale di Poesia.

Caffè Tergesteo
Si trova dal 1863 all’interno dell’omonima Galleria in Piazza della Borsa, di fronte allo storico Teatro Verdi. Classico luogo di incontro e passaggio cittadino, frequentato di giorno da uomini d’affari e di sera dall’elite culturale della città. Conserva ancora alcune vetrate colorate che riportano episodi della storia triestina. Umberto Saba gli dedicò una lirica raccolta nel suo Canzoniere, eccone alcuni versi: “Caffè Tergesteo… tu concili l’italo e lo slavo, a tarda notte, lungo il tuo bigliardo”.

Caffè degli Specchi
Lo troviamo in Piazza dell'Unità, al Pianterreno di Palazzo Stratti, con esclusivo affaccio sul mare. Inaugurato la prima volta nel 1839 e frequentato da letterati del calibro di Joyce, Svevo e Kafka, il suo nome deriva dall’idea del primo gestore del locale di ricoprire le pareti con incisioni, realizzate su specchi, riportanti ciascuno il ricordo di un fatto storico accaduto in Europa nell’Ottocento. Di tutti gli specchi, che illuminavano il locale anche durante il tramonto evitando in tal modo l’uso di lampade ad olio, ne sono esposti oggi solo tre originali.

Caffè Tommaseo
All’epoca “Caffè Tomaso” dal nome del fondatore Tomaso Marcato, è il più antico Caffè di Trieste. Si trova in Piazza Tommaseo, ovvero “Piazza dei Negozianti”. Fin dal 1830 funge da ritrovo di uomini d’affari e politici. Elegante e neoclassico, fu uno dei primi locali in città ad offrire il gelato e a dotarsi di illuminazione a gas. Durante il dominio austroungarico fu eletto base di rivoluzionari, come ricorda un’insegna riportante la seguente dedica: “Da questo Caffè Tommaseo, nel 1848, centro del movimento nazionale, si diffuse la fiamma degli entusiasmi per la libertà italiana”.
Caffè San Marco
Fondato nel 1914 in Via Battisti, gli intellettuali vi andarono fin da subito a leggere il giornale e a discutere di politica, arte e cultura. Tra i frequentatori più assidui all’epoca troviamo Italo Svevo, Umberto Saba, James Joyce, Gianni Stuparich, Virgilio Giotti e giovani irredentisti. Si distingue per il suo particolare arredamento, costituito da decorazioni con foglie di caffè, tavolini di marmo con gambe in ghisa e piedistalli a forma di zampe di leone, simbolo di irredentismo. Il bancone è di legno intarsiato, i medaglioni alle pareti presentano nudi dipinti, particolari le specchiere e gli affreschi originali. Qui James Joyce, assaporando i raffinati dolci austriaci, ma soprattutto degustando vini pregiati, ideò il suo capolavoro, l’ “Ulisse”. Oggi è anche libreria.
Oggi, se andassimo in visita a Trieste in uno di questi Caffè, potremmo anche incontrare Claudio Magris, famoso scrittore triestino contemporaneo, che nelle sue opere ha descritto i caffè della città con queste parole: “Il caffè è il luogo in cui si può stare contemporaneamente da soli e fra la gente”.

* “Il caffè è il luogo in cui si può stare contemporaneamente da soli e fra la gente”. [Claudio Magris]