Alla fine degli anni ’40 il marchio AC è famoso in tutto il mondo, le sue auto sportive sono in primo piano nelle competizioni internazionali, ma la sua storia volge inesorabilmente al termine.

Nel dopoguerra, AC è famosa sulle piste e tenta la produzione di vetture da turismo come, per esempio, la 2 litri del 1947, una 4 posti confortevole entro una carrozzeria slanciata e motorizzata con il leggendario motore Light Six progettato da John Weller nel 1919.

L’origine di AC ACE
Nonostante la notorietà e i molti successi AC si trova in difficoltà economiche, ma è proprio in tale congiuntura negativa che i fratelli Hurlock, i nuovi proprietari, incontrano casualmente un ingegnere dalle idee frizzanti, Jhon Tojero.
Il nome John ricorre ancora una volta e fatalmente nelle più esaltanti vicende di AC: come a suo tempo John Weller anche John Tojeiro si è messo in testa di creare una vettura innovativa, vuole competere con le potentissime auto da corsa italiane tramite la messa a punto di un'auto dal telaio semplice e particolarmente leggero; tale è la passione che ne costruisce una nel garage di casa. Gli Hurlock valutano le potenzialità del progetto e la determinazione di Tojero, raggiungono un accordo e mettono in produzione l’auto. Con ACE, questo è il nome della nuova “sportiva”, l’azienda ritrova la via del successo.

ACE pesa solo 765 kg ottimamente ripartiti sui due assi di una carrozzeria compatta tipo “barchetta” (ispirata alla Ferrari superleggera vincitrice della 24 ore di le Mans del 1949), costituita da sottili fogli di alluminio battuti a mano. Il telaio di ACE è caratterizzato da due grossi tubi longitudinali paralleli uniti da traverse e pur essendo molto rigido è leggerissimo. Le sospensioni delle quattro ruote sono indipendenti. Il motore Light Six di quasi 110 cv le conferisce una grinta distintiva e nel biennio 1954-1955 domina la categoria due litri.

La notevole tenuta di strada e la sua maneggevolezza nella guida viene apprezzata anche fuori pista e nei percorsi misti ed è così che AC ACE diventa veicolo di piacevoli gite domenicali “fuori porta”, con autisti che ostentano un carattere sportivo.

ACE Bristoll
Ben presto però il motore Light Six progettato da Weller nel 1919 comincia a dare segni di vecchiaia. Davanti alla comparsa di motori sempre più potenti la casa costruttrice decide di montare sulla ACE i brillanti motori Bristol 100 D2 150 cv e questa novità, unita all'installazione di freni a disco, rende la ACE di nuovo vincente sia in Europa sia in America (nel 1957 vengono spedite in America ben venti ACE). Alla 24 ore di Le Mans del 1958 le ACE si piazzano all'ottavo e nono posto assoluto e seconde di categoria. Destino vuole che la Bristol cessi di produrre le unità motrici e che la casa di Thomas Ditton ripiombi nel baratro della crisi di profitto.

Nasce AC Cobra, un'icona immortale dell’automobilismo.
Ancora una volta, come nel passato, un evento curioso permette alla AC di superare le difficoltà: proprio in quel momento Carrol Shelby, un famoso pilota americano e grande imprenditore perseguiva un ambizioso progetto cui aveva dato il nome di Cobra, ovvero la produzione di un'auto sportiva capace di sbaragliare la concorrenza grazie all'appoggio della Ford. Nella memoria di Shelby vi è un record incredibile: 19 ACE Bristol si sono piazzate ai primi 19 posti nella classifica del Columbia Trophy 1957. Shelby quindi vola a Londra e tenta un accordo con i fratelli Hurlock; dal 1962 le ACE spedite in America saranno dotate di un motore V8 di origine Ford. Nel primo anno vengono commissionate ad AC ben 70 vetture.

Con il nuovo e potente motore Ford la AC Cobra diviene un'icona immortale dell’automobilismo; nella sua massima evoluzione monta un motore Ford 427 da 7 litri e 426 cv, sviluppando velocità di punta di quasi 270 Km/h.
AC cessa la produzione industriale per entrare nel mito.
Cobra è l'apoteosi di una marca che alla fine degli anni '60 non riesce a competere con le immense realtà industriali multinazionali derivanti dai processi di centralizzazione capitalistica. AC è così finita nella lista delle molte marche che hanno reso affascinante e unica la fase pioneristica dell’industria automobilistica. Ace e Cobra continuano a distinguersi nelle competizioni di velocità e nelle gare di regolarità per vetture storiche e continuano ad appassionare migliaia di cultori di auto d’epoca in tutto il mondo.
