Agli albori dell'industria automobilistica si afferma il marchio inglese AC, protagonista dell’evoluzione tecnica e di numerosi record di velocità nei primi decenni del Novecento.

Le origini della AC Cars.
Inghilterra, anno 1900. John Portwine è un ricco commerciante di carni e John Weller un giovane ingegnere squattrinato ma pieno di idee e niente può far pensare che due persone così diverse possano associarsi e dare origine ad una delle storie eroiche che hanno costellato la nascita dell’industria automobilistica. Ma il destino è il destino: i due John si incontrano e scoprono di avere la stessa passione: l’automobile.
Nella nazione della prima grande rivoluzione industriale non tutti hanno compreso le potenzialità del motore a scoppio, ma Portwine e Weller sono sicuri che l'automobile rivoluzionerà il mondo e il loro entusiasmo porta alla fondazione della AC di Thomas Ditton, con sede nel Surrey.
Il primo prototipo del 1903.
Dopo soli tre anni, nel 1903, la AC presenta al Motor Exhibition di Londra il primo prototipo di una vetturetta leggera a quattro posti con alcune peculiarità molto innovative, quali per esempio l'impianto di raffreddamento a circolazione forzata in luogo di quello a termosifone allora in uso e un telaietto leggero ausiliario su cui è montato tutto il gruppo meccanico motore e cambio. Se l'ingegno di Weller incomincia a dare frutti, non sempre le innovazioni ottengono il successo meritato e i due soci non ricevono purtroppo alcun ordine di fornitura.

Il successo della Autocarrier.
Qualsiasi individuo con un pochino di senno avrebbe sospeso l'impresa, ma la passione e l'ardimento generano spesso comportamenti irrazionali e così accade: i due non si arrendono, s’impegnano nella produzione di un piccolo veicolo commerciale e producono l'Auto Carrier, un triciclo molto leggero con un motore monocilindrico di soli 648 cc raffreddato ad aria, concepito in modo da poter caricare molto materiale. Nel giro di un solo anno, proprio per la sua economicità e praticità, il Carrier diventa uno dei veicoli da carico più diffusi d'Inghilterra: distributori di giornali, magazzini di generi alimentari, lavanderie… tutti ne vogliono uno. Il mezzo viene continuamente perfezionato e prodotto anche in versione per passeggeri chiamata Tricar.

La AC ten.
Nel 1911 la società assume la nuova denominazione di Autocarrier Ltd e gli affari vanno a gonfie vele. L'Ingegner Weller però non ha dimenticato il proprio sogno di costruire un’auto moderna e nasce la AC 10 HP, una vettura a due posti molto leggera con ulteriori elementi innovativi come il retrotreno con balestre longitudinali a quarto di ellisse. Tutto bene ma le difficoltà sono dietro l’angolo: il motore è un Fivet francese e il primo conflitto mondiale ferma la fornitura dell’unità propulsiva d'oltralpe. Dopo la guerra l’azienda ripiega su un motore Anzani 4 cilindri di 1496 cc capace di erogare circa 12 cv.

La AC Six.
Ed è a questo punto che Weller tenta la più grande impresa, progettando un motore tutto suo, così che nel 1919 nasce il Light six, un 6 cilindri in linea di circa 2000 cc, a corsa lunga con monoblocco in alluminio, canne umide, testata in ghisa, asse a camme in testa e due valvole per cilindro. Il motore è così ben progettato che si può considerare uno dei più longevi al mondo visto che con qualche affinamento rimane in produzione dal 1919 al 1963 passando dagli originari 40 cv ai 110 cv dell'ultima versione.

La AC Cars Ltd.
Nel frattempo viene nominato direttore della fabbrica un certo Selwyn Francis Edge (un Ex. pilota australiano) che crede fermamente negli effetti pubblicitari derivanti dai successi sportivi del marchio ed è così che la AC Cars Ltd (Nuova denominazione dal 1922 con l'uscita di scena dei due fondatori) comincia a mietere record su record.
Da sottolineare il record conseguito nella primavera del 1925 sulla pista di Monthlery, proprio con il motore di Weller: 2000 miglia in poco più di 24 ore, alla sensazionale media di 132 km/h. L'impresa passa alla storia anche perché il pilota Thomas Pilet guida l'auto per 24 ore consecutive. Contemporaneamente la ricerca prosegue migliorando prestazioni e modelli.
