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La Batalla del Vino en Rijoa

La fiesta mas pintoresca de España

Nella Rioja il tempo scorre senza fretta. Haro, la capitale, è popolata da gente allegra e festosa che onora le tradizioni, in particolare quella della battaglia del vino, quando si esce di casa vestiti di bianco e si torna tinti di viola.  

Haro Battalla Vino Cover

Haro. La socialità è senza tempo.

Haro, nella Rioja Alta, è una piccola cittadina circondata dai vigneti. Le strade fin dal mattino si riempiono di gente allegra e festosa che ritarda la comida (il pranzo) e la cena con una - se basta - copa di vino tinto o blanco e appetitosi “pinchos”, esposti in un’incredibile varietà artistica sui lunghi banconi dei locali. Il suo bel casco antiguo ricco di palazzi di pregio e sempre affollato, merita davvero una passeggiata. È chiamata “la capitale della Rioja” per le numerose Bodegas de Crianza che si trovano nel suo distretto, i loro nomi sono stampati sulle botti ordinatamente accatastate alla base del Palazzo dell’Ayuntamento nella Plaza de La Plaz; alcune sono tra le più antiche della regione e conosciute a livello internazionale.

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“Pero aquí el vino es más que un producto, es la expresión vital y cultural de todo un pueblo”.

[ www.haroturismo.org ]

“Abundante vino acompañava el festin animando la gente cantar”.

L’allegra rievocazione della Batalla del Vino di Haro richiama gente da tutta la Spagna ogni estate dal 1965, anche se la manifestazione ha origini ancora più antiche. Sembra che nel XIII secolo la grotta del Riscos de Bilio, dove erano sepolti i resti di San Felices de Bilibio, fosse un luogo conteso da due paesi confinanti ma appartenenti a due provincie diverse: Miranda de Ebro (Burgos) e Haro (Rioja). Per riportare l’ordine il Re impose al Regidor Syndic di Haro di posare la bandiera della città in alto sulla roccia in segno di possesso. 

Ogni 29 giugno, durante la festa dedicata a San Pedro patrono della città, si rievoca questo momento. La mattina il sindaco a cavallo apre la processione verso il santuario del Monte de Bilibio. Se gli abitanti di Haro non dovessero presentarsi alla battaglia annuale, perderebbero tale diritto che passerebbe agli avversari.

Dopo la messa cominciano la fiesta e il divertimento. Vestiti di bianco con sciarpe rosse, dai nonni ai bambini, tutti si armano di fiaschette di cuoio, palloncini, secchi, vaporizzatori e quant’altro possa essere riempito con l’unica munizione che trasmette allegria: il vino. Vino come se piovesse e tutto si tinge di viola. A mezzogiorno si ritorna in città per il pranzo a base di lumache, la rincorsa per le strade di giovani tori, canti, balli e festeggiamenti nelle strade e nelle piazze fino a tarda sera

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“Ho una specie di culto per la Spagna. Della Spagna amo tutta la follia, la follia della gente, che è imprevedibile. [...] Mi entusiasmava tutto in Spagna. È il mondo di Don Chisciotte”.

[Emil Cioran, Un apolide metafisico, 1995]