Alcuni produttori di vino hanno scelto di coniugare il paesaggio storico agricolo di Rioja e il design contemporaneo coinvolgendo architetti di fama mondiale.

L’eccellenza del vino di Rioja richiama enoturisti da ogni parte del mondo. Incastonate nei bei borghi storici o immerse nelle vigne vi sono più di 500 bodegas (cantine), molte custodiscono la propria storia secolare altre guardano al futuro. L’intento non è solo aggiungere rilevanza architettonica ma valorizzare la tecnica enologica maturata nei secoli dai viticoltori di Rioja con l’adozione di tecnologie e organizzazione avanzate, unendo funzionalità produttiva e design contemporaneo. I progetti architettonici delle archistar si pongono come un’efficace cerniera fra tradizione e innovazione: luce, climatizzazione e umidità controllata, ottimizzazione degli spazi, tutto concorre al perfezionamento dell’attività di vinificazione, nel rispetto delle regole attestate dal disciplinare e della cultura originale delle cantine stesse.
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Mi
piace credere che l’architettura colleghi il presente con il
passato e il tangibile con l’intangibile
>>.
[Richard
Meier]
Bodega Marqués de Riscal di Frank O. Ghery (Elciego – Alava).
Fondata nel 1858 tra le prime nella Rioja, l’azienda pur restando fedele alla cultura enologica originale ha legato indelebilmente la propria immagine alla Ciudad del Vino ideata da Frank O. Gehry. Inaugurato nel 2006 il complesso architettonico ha il fascino avveniristico delle realizzazioni di Gehry e potrebbe sembrare un pezzo di Guggenheim nella valle dell’Ebro: 100.000 mq di puro “decostruttivismo” architettonico immerso nelle vigne che circondano il borgo di Elciego. Inutile cercare di cogliere il volume dell’edificio, la nozione di interno ed esterno lascia il posto a una fluida e schiumante cascata di lamine di titanio iridescenti viola del colore del vino, oro e argento come la rete e la capsula delle bottiglie del Marqués de Riscal. La luce è protagonista e pervade gli spazi come le emozioni dei visitatori. L’edificio include la nuova bodega, costruita sopra quella antica, e un hotel gran lusso. Il vino è stoccato nelle botti e nelle innumerevoli pregiate bottiglie conservate nelle due cantine. Sembra che l’architetto abbia accettato l’incarico dopo aver degustato un Riscal Gran Reserva del 1929, anno della sua nascita.
Bodega Ysios di Santiago Calatrava (Laguardia – Alava).
Poco lontano dall’incantevole cittadina medioevale di Laguardia, riconosciuta come uno de” los pueblos mas bonitos de España”, le cime grigie della Sierra Cantabrica fanno da eco alle guglie dellaBodega Ysios disegnata da Santiago Calatrava. La copertura ondulata della cantina è l’assoluta protagonista architettonica dell’edificio, sale e scende ricalcando il profilo della sierra calcarea alle sue spalle, integrandosi nello scenario verde delle vigne.

Bodega Viña Real di Philippe Mazières (Laguardia – Alava).
Sempre a Laguardia, l’architetto francese Philippe Mazières ha progettato per la Compagnia Vinicola del Norte de Espana (CVNE) la cantina Viña Real. L’innovativa struttura di 30.000 mq è stata inaugurata nel 2004 ed è costituita da tre edifici, il più imponente dei quali ha la forma di un enorme tino per la macerazione delle uve. Un sorprendente volume compatto di cedro rosso alto 15 metri.

Tienda de Vinos di Zaha Hadid - Bodega Lopez de Heredia (Haro)
La Viña Tondonia, la più grande del mondo, è stata piantata nel 1913 in una bellissima conca del fiume Ebro, molti ceppi sono ancora originali. La Bodega Lopez de Heredia (Haro), fondata nel 1877, è la cantina più antica di Haro e una delle più antiche di Rioja. Per celebrare i 125 anni di attività l’azienda ha incaricato Zaha Hadid di progettare e realizzare la tienda de vinos. Un elegante punto di vendita e degustazione costituito da una grande struttura in vetro (800 mq) che ricorda un decanter e che contiene l’originale stand in stile liberty con il quale la cantina partecipò all’esposizione Universale di Bruxelles nel 1910. Fanno da contrasto all’eterea costruzione le antiche cantine scavate nella roccia arenaria: 3.433 metri quadrati di gallerie coperte da muffe naturali che garantiscono la giusta umidità. Vi sono stoccate 12.900 barrique fabbricate artigianalmente nella “tonelerìa” della cantina stessa, 72 tini enormi, anch’essi centenari, realizzati in legno di quercia e una quantità infinita di bottiglie. In questa struttura tesa fra passato e futuro il vino invecchia senza fretta: nella vinoteca di famiglia sono conservate molte bottiglie delle annate migliori, alcune risalenti alla prima produzione del 1883.

È dell’architetto basco Inaki Aspiazu Iza il progetto della Bodegas Baigorri a Samaniego in Alaversa. L’imponenza del complesso edilizio dà idea dell’importanza della cantina e le sue linee “minimal” catalizzano l’attenzione di chi transita nella strada antistante. Prima di cominciare la visita ai sette livelli inferiori adibiti alla trasformazione dell’uva e alla maturazione del vino, un locale di 400 m2 dalle pareti totalmente vetrate permette allo sguardo di spaziare a 360° sul paesaggio vitivinicolo.

Bodegas Campo Viejo di Ignacio Quemada (Logroño).
La cantina Campo Vejo è un progetto dello spagnolo Ignacio Quemada. La cantina (degli stessi proprietari della Bodegas Ysios) mette al centro del proprio marketing il rispetto dell’ambiente e lo sviluppo sostenibile con un criterio di responsabilità sociale. La zona di accoglienza dei visitatori è posta in alto mentre l’immensa cantina è nascosta nel vigneto e si sviluppa soprattutto nel sottosuolo, trovando le migliori condizioni naturali per l’invecchiamento del vino. I colori e i materiali richiamano il calore della terra di Rioja. L’affinamento si realizza nei 327 tini di acciaio (30 milioni di litri) e nelle 70 mila barrique stivate in un’unica sala. Le bottiglie, fino a sei milioni, sono stoccate nel bottillero.