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Itinerari della stregoneria di Navarra

Fra natura e mistero.

Sulle tracce delle streghe di Navarra [las brujas]: quattro percorsi per scoprire la natura, la cultura e le tradizioni gastronomiche di una regione che conserva la memoria del passato.

Las Brujas Navarra
© Shutterstock - Sadzak Photography

Nei secoli XVI e XVII “la società della Navarra fu caratterizzata dai contrasti culturali e politici e dalla tenace credenza [popolare] nei miti e nelle leggende […] in quell'epoca le donne che usavano il potere della natura e la loro saggezza ancestrale per curare le malattie furono oggetto di accuse di stregoneria assolutamente infondate. […] La storia della Navarra è quindi legata alle streghe […] e alle persecuzioni. La Santa Inquisizione intervenne in più di 60 località di questa regione, soprattutto nelle zone di montagna […], siti isolati, boscosi e spesso di difficile accesso in cui le erboriste raccoglievano le piante officinali”. [www.turismo.navarra.es]

La mappa della stregoneria della Navarra si snoda dal comprensorio di Sangüesa e Lumbier fino ad Améscoa (a nord di Estella-Lizarra) toccando qualche sito isolato verso Viana e Bargota. Sono previsti 4 percorsi attraverso siti di grande bellezza che consentono di visitare i luoghi e le testimonianze dell'oscurantismo e, al contempo, di scoprire le tradizioni gastronomiche e un territorio che ha saputo conservare la propria cultura. 

Il primo itinerario (50 Km) passa da Auritz/Burguete, Orreaga/Roncisvalle, Ochagavía, Burgui e Vidángoz.

Qui numerose streghe furono bruciate vive. Il percorso attraversa il “bosco incantato” del Basajaunberro, custodito da Bajasun lo spirito protettore della natura nella mitologia basca; si giunge quindi alla chiesa di Muskilda dove, secondo le malevole accuse dell’Inquisizione, le streghe si radunavano per officiare i loro riti. A Vidángoz l’ultima settimana di agosto si svolge la "Bajadade la Bruja", una danza intorno al fuoco nel cuore della notte “per accogliere la strega Maruxa”, la quale tornerà a nascondersi dentro la rupe dopo cinque giorni di musica, danze e banchetti.

Il secondo itinerario (30 km) attraversa le località di Urdazubi/Urdaz.

Zugarramurdi è un piccolo borgo passato alla storia per la caccia alle streghe e dove alle donne perseguitate dall’inquisizione è stato dedicato il museo “de Las Brujas”: nel 1610 il tribunale ecclesiastico arrestò circa 40 persone e ne condannò a morte 11 accusate di svolgere conciliaboli di stregoneria nelle grotte vicine al paese; la grottadelle streghe è visitabile tutto l’anno ed è il luogo in cui il 18 di agosto ci si riunisce intorno al fuoco, questa volta per lo zikiro jate, un pranzo popolare per circa 800 persone che prevede la cottura di ben 800 chili di carne d’agnello (fino a qualche anno fa la carne usata era di zikiro (il caprone in lingua basca e un simbolo del diavolo nei luoghi comuni dell’oscurantismo), molto apprezzata in queste zone. Gli zikiro vengono arrostiti molto lentamente accanto alla fiamma e il piatto è accompagnato da una piperrada (una specie di zuppa a base di peperoni rossi, pomodori, uova sode, olio e aceto). Il vino è messo in fresco nel ruscelloInfernuko erreka", le cui acque, si dice, scaturiscono direttamente dall’inferno. La piazza si anima di balli e musiche tradizionali. Il percorso prosegue verso Bertiz, Arraioz e le Cinco Villas (Vera, Lesaca, Yanci, Echalar, Aranaz). Nel 1612 le torri medioevali di Jauregizar e Jauregizubiri, nel villaggio di Arraioz, furono prigione e luogo di tortura per molte donne accusate di stregoneria.

Il terzo itinerario (70 km) attraversa le valli di Larraun, Leiztarán e Araitz.

In quest'ultima è stato girato il film Akelarre, sabba in lingua basca. La trama racconta di un inquisitore che nel XVII° secolo usa la tortura per provare l’esistenza della stregoneria e sradicare il paganesimo in Navarra. 

Il quarto itinerario (10 km) porta alle località di Viana e Bargota.

Si racconta che a Bargota lo stregone Johanes era il sacerdote della chiesa di Santa Maria; tra i suoi incantesimi sembra ci fosse la capacità di staccare la propria testa dal corpo e di volare. Fu condannato solo alla derisione e alla penitenza di preghiere. Scontata la pena continuò a svolgere la sua funzione di sacerdote.

Navarra Las Brujas Itinerari
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Unico medico del popolo fu, per mille anni, la strega. Imperatori, re, papi, i più ricchi baroni avevano qualche dottore di Salerno, qualche moro o ebreo; ma la grande massa, un po’ tutti e d’ogni condizione, consultavano solo la Saga o Saggia-donna. Non guarendo, la insultavano e le dicevano strega. Ma di solito, per rispetto e anche timore, la chiamavano Buonadonna o Belladonna: lo stesso nome dato alle fate”.
[Jules Michelet , La strega]

Le streghe vanno al cinema.

Le streghe delle grotte di Zugarramurdi sono il soggetto del film Las Brujas de Zugarramurdi, con Carmen Maura, Hugo Silva, Mario Casas, Carolina Bang e Terele Pavez, del regista spagnolo Alex de la Iglesia, vincitore di 8 premi Goya. Niente a che vedere con l’inquisizione e la vera storia di questi luoghi, si tratta di una divertente Black-commedy-fantasy dove le streghe vincono. In italia il film è famoso con il titolo Le streghe son tornate

LA CADUTA DELLA DEA

Le donne sono state per millenni le depositarie dei misteri della natura, l’agricoltura pare si sia originata oltre 12.000 anni fa dalla loro osservazione dei processi vegetali, dall’attitudine ad interagire positivamente con il ciclo della vita. Custodivano e tramandavano di generazione in generazione una conoscenza fondamentale per le società antiche, compresa quella delle erbe officinali, dei metodi di cura delle malattie, della biologia del corpo umano. La dimestichezza delle donne con le sostanze vegetali includeva la loro capacità di sfruttarne la funzione anestetizzante o allucinogena, fondamentale nella gestione del dolore e nei riti propiziatori connessi al ciclo agricolo. La dea madre, nelle sue varie forme, era la rappresentazione ancestrale della funzione riproduttiva della donna e della sua intimità con “il mistero” della vita.

L’accumulazione di riserve agricole nei templi e il loro accaparramento da parte dei guerrieri e dei sacerdoti preposti a difenderle e ridistribuirle ha posto le basi per la divisione in classi delle società e l’affermazione di divinità maschili funzionali al mantenimento dell’egemonia dei ceti dominanti tramite la religione. La “sconfitta della Dea” è lo specchio ideologico del cambiamento strutturale nella relazione uomo-donna, l’effetto della subordinazione del genere femminile a quello maschile. Le religioni monoteistiche, e quella cristiana in particolare, hanno poi giustificato sul piano teologico tale subordinazione bollando le “guaritrici” come streghe e l’antica sapienza femminile come demoniaca e le conseguenze sono note: un numero indicibile di donne seviziate e bruciate vive. L’Europa è punteggiata di luoghi in cui la “Santa” Inquisizione ha sparso il terrore e oggi alcuni di quei luoghi sono diventati meta turistica, con musei della stregoneria ed eventi sul tema.

In questi luoghi è probabile capitare in sagre che trovano origine nelle antiche festività connesse al calendario agricolo e astronomico; celebrazioni sopravvissute ad ogni tipo di repressione e che oggi si presentano nella forma di singolari rituali, processioni, pranzi, balli collettivi, ecc., nascondendo la loro motivazione religiosa ancestrale dietro la facciata della festa per il santo locale.

Questo tipo di offerta turistica contribuisce alla diffusione di una verità storica troppo imbarazzante per non essere oggetto di tentativi di occultamento e minimizzazione ed ecco che la pubblicistica declina spesso la comunicazione in termini di fascinazione dell’occulto e i fatti storici (ossia la repressione violentissima da parte del potere di ogni voce dissidente) assumono l’aspetto di intriganti misteri dal sapore Horror. 

[Sergio Arioli]