Un percorso sinuoso nel parco nazionale di Nikko all’ombra del fiammeggiante acero giapponese i cui colori autunnali e primaverili sembrano creati sulla tavolozza di un artista.

L’Irohazaka Road si trova nel Parco Nazionale di Nikko all’interno della prefettura di Tochigi, nella regione geografica giapponese di Kanto, un'area dell'isola Honshu, la più grande isola del Giappone affacciata sul Pacifico.
48 curve dal fascino letterario.
La Irohazaka Road è una strada spettacolare situata in Giappone, nella prefettura di Tochigi, a circa 140 chilometri a nord della capitale Tokyo, che attraversa le montagne partendo dalla cittadina di Irohazaka - letteralmente “città della luce del sole” - fino ad arrivare al Lago Chuzenji. I Giapponesi cominciarono ad utilizzare il termine Irohazaka per definire questo susseguirsi di 48 tornanti in onore dell’antico sillabario giapponese, consistente appunto di 48 caratteri, soprannominato iroha dalle 2 lettere iniziali, i-ro-ha. Dall’unione dei due termini, iroha e zaka (pendenza) prende vita il nome della strada, che in origine consentiva il traffico in entrambe le direzioni. Attualmente esistono due strade affiancate, la più vecchia aperta solo al traffico in discesa, quella nuova solo al traffico verso l'alto fino all'Altopiano Akechidaira, da cui si può godere di una meravigliosa vista panoramica sull’intera valle sottostante.

Ogni tornante viene annunciato da un cartello con una lettera dell’iroha accompagnata da un disegno del fiore di azalee, che simboleggia la città di Nikko; le 48 lettere, lette in successione, formano un antico poema sulla caducità della vita, l’Iroha Uta, che viene tradizionalmente usato per imparare l’arte calligrafica giapponese. Procedere su e giù, gomito dopo gomito, rigorosamente sulla sinistra, accompagnati dal solo rombo del motore della propria moto e dal soffio del vento che sferza il viso è un’emozione incredibilmente unica, soprattutto in autunno, quando la foresta circostante si tinge di colori autunnali quali oro, rosso e marrone.
Poema Iroha Uta
I-ro-ha-ni-ho-he-to
Chi-ri-nu-ru-wo
Wa-ka-yo-ta-re-so
Tsu-ne-na-ra-mu
U-i-no-o-ku-ya-ma
Ke-fu-ko-e-te
A-sa-ki-yu-me-mi-shi
E-hi-mo-se-su-n'
Sebbene
il suo profumo rimanga ancora
la
forma del fiore si è dispersa.
Per
chi rimarrà la gloria
di
questo mondo invariata?
Arrivando
oggi dall'altra parte
delle
profonde montagne dell'evanescente esistenza
Noi
non dovremo mai permettere a noi stessi di allontanarci
intossicati,
nel mondo dei sogni superficiali.
Le coste boscose del Lago Chuzenji e le Cascate Keagon.
Lungo il percorso della Irohazaka Road incontriamo le Cascate Keagon, che con i 97 metri di altezza e 7 di larghezza della più imponente sembrano essere classificate fra le più alte del Giappone. Circa 15-20.000 anni fa la lava eruttata dal vicino Monte Nantai deviò il flusso del fiume Daiya fino a creare il Lago Chuzenji, e a soli 500 metri di distanza la sorgente delle cascate. Il lago si trova a 1269 metri di altitudine e si prolunga per una decina di chilometri ai piedi del sacro Nantai. La zona è uno spettacolo della natura, soprattutto durante il periodo della fioritura dei ciliegi e delle azalee, verso metà maggio, mentre in autunno i faggi e le querce si tingono di un suggestivo giallo e rosso acceso. Il culto del Monte Nantai fu reso popolare dal monaco giapponese Shodo Shonin - della scuola buddista Keagon, da cui presero il nome le cascate - che tentò la sua scalata nel 782, da quel momento in poi numerosi altri monaci e asceti visitarono la zona alla ricerca di pace e spiritualità.

