Nuova musica per il tuo viaggio

Skipper Canyon Road

La strada dei cercatori d’oro della Nuova Zelanda.

Una strada tortuosa addossata alla parete di un canyon, per chi desidera andare alla scoperta della natura selvaggia e indomabile della Nuova Zelanda, sulle orme dei “pionieri” del 1800. 

Skippers Canyon Nz
Barni1 © Pixabay | CC 0.0

La Skipper Canyon Road si trova nella regione neo-zelandese dell’Otago. Si estende per circa 27 chilometri e permette di raggiungere lo Skipper Canyon, una gola situata a nord di Queenstown, una cittadina vivace sulle sponde del Lago Wakatipu. Questa strada è sicuramente una delle principali attrazioni turistiche per chi si avventura in Nuova Zelanda alla ricerca di forti emozioni, ma anche un itinerario di forte rilievo storico-culturale per il suo legame intrinseco con il “fenomeno migratorio” della ricerca d’oro nell’Otago a fine XIX° secolo.

Pepite luccicanti nel canyon.

Nel 1862 Malcom Duncan - un neo-irlandese che presta servizio come skipper (capitano) sulle navi americane - giunge in Nuova Zelanda contagiato dalla fatidica corsa all’oro iniziata dopo alcuni ritrovamenti consistenti nella regione dell’Otago: la sorte gli sorride e trova il suo bottino in una profonda vallata scavata dallo Shotover River. La gola viene battezzata in suo onore Skipper Canyon e da questo momento il fiume viene preso d’assalto da una miriade di minatori in cerca di fortuna. Il canyon viene esplorato in lungo e in largo, di lì a poco altri 2 minatori appartenenti al popolo Māori scoprono 25 libbre d’oro in un punto della gola che viene soprannominato Māori Point. La febbre dell’oro dà vita a dei veri e propri insediamenti sovraffollati in cui minatori e coloni intraprendono faide sanguinose per accaparrarsi le zone più ricche della gola: il più caratteristico tra questi è Charlestown

Skippar Canyon Road
Shotover River. Otago NZ © Bernard Spragg. NZ | 25 april 2016 | Flickr | CC 0.0
Nuova Zelanda Skipper Canyon
Skippers canyon road © Tony | 14 sept 2012 | Flickr | CC 2.2

La strada creata dai minatori.

Le prime tracce visibili di attraversamento dello Skipper Canyon sono quelle battute dai minatori in sella ai loro cavalli, inaffidabili e pericolose da percorrere. La necessità di raggiungere più facilmente le zone di ricerca dell’oro e gli insediamenti limitrofi fa si che nel 1883 prendano il via i lavori di costruzione di un percorso più accessibile, sia ai minatori che ai macchinari per l’estrazione del metallo. Questi lavori proseguono gradualmente per 7 anni e possono essere considerati, per la fine del XIX° secolo, un capolavoro di impresa ingegneristica: un tratto di ben 3 chilometri della Skipper Canyon road viene ricavato infatti, oltre che dall’esplosione di mine, dalla perforazione della roccia a mani nude da parte degli operai minatori, che per farlo si aggrappano eroicamente a delle corde di sostegno a quasi 200 metri di altezza sopra il fiume (questi punti della strada sono noti metaforicamente come Pinchers Bluff o Devils Elbow).

Skipper Road New Zeland
Shotover River. Otago NZ © Bernard Spragg. NZ | 25 april 2016 | Flickr | CC 0.0
Skippers Road Nuova Zelanda
Shotover River. Otago NZ © Bernard Spragg. NZ | 25 april 2016 | Flickr | CC 0.0

A strapiombo sullo Shotover.

Guidare lungo la Skipper Canyon Road non è cosa da tutti, oltre a nervi saldi occorre possedere un permesso speciale: le compagnie assicurative neo-zelandesi infatti, a causa dell’elevato grado di pericolosità del percorso, escludono a priori alcuni veicoli dalla copertura di danni. Imboccata la Skipper Canyon Road a 25 minuti da Queenstown, dopo una manciata di chilometri si proseguire su una strada sterrata strettissima, addossata alla parete vertiginosa e friabile del canyon e priva di protezioni. Viaggiando sul bordo del precipizio si invoca la fortuna affinché non arrivi nessuno dall’altra parte per non dover intraprendere una pericolosa manovra di retromarcia. Lo scenario è davvero unico ed impressionante: lo Shotover scorre sul fondo del Canyon tra le rapide dividendo tra loro i versanti delle vette Richardson ed Harris, le cui cime appaiono in lontananza, coperte a tratti dalle nuvole e dalla polvere di terra sollevata dalle gomme.

Skippers Canyon Maori Point
Skippers Canyon Maori Point © YSander | Wikimedia | CC 0.0
Nuova Zelanda Road
Shotover River. Otago NZ © Bernard Spragg. NZ | 25 april 2016 | Flickr | CC 0.0

Skipper Bridge.

La Skipper Canyon Road incontra nel suo percorso diversi ponti, ma il più spettacolare è lo Skipper Bridge - il ponte sospeso più alto della Nuova Zelanda - che permette di raggiungere quel che resta della zona dei primi insediamenti minerari all’interno del canyon (Skipper Points). Il ponte originale del 1866, che attraversava il fiume a soltanto 6 metri sopra l'acqua, venne sostituito nel 1871 a causa delle continue inondazioni. Successivamente nel 1901, dopo il completamento della strada, venne progettato un ponte più alto: 91 metri in altezza, 96 in lunghezza e 14 funi di sospensione. La struttura del ponte e la capriata di irrigidimento sottostante sono in legno, mentre le torrette laterali sono di cemento armato. L’attraversata, permessa ad un veicolo alla volta, è lenta e “adrenalinica”: ci si trova completamente immersi nel vuoto tra due pareti a strapiombo, dominati dalla vertigine e dal brivido della scoperta. 

Skippers Bridge In Skippers Canyon
skippers Bridge in Skippers Canyon © YSander | Wikimedia | CC 0.0

A caccia di Hobbit nella Terra di Mezzo.

La Nuova Zelanda ci porta alla scoperta di paesaggi splendidi ed unici, tra immense distese di terre incontaminate, vaste radure, foreste rigogliose e vette incontrastate, dove la mano dell’uomo sembra non potere niente di fronte al dominio di madre natura. Non è un caso che sia i libri che la saga cinematografica tolkeniana siano ambientati proprio qui, in questa terra magica e fiabesca che diventa la protagonista indiscutibile della trama del racconto. Gli appassionati di Hobbit possono seguire un vero e proprio itinerario del Signore degli Anelli alla ricerca dei luoghi esatti delle riprese del film. Nello Skipper Canyon ad esempio incontriamo quel famoso Guado di Bruinen, detto anche Guado di Rombirivo, che la bellissima “elfo femmina” Arwen attraversa per salvare Frodo Baggins dai Nazgul, innalzando contro di loro le acque della corrente. Nel lago Wakatipu, tra le cittadine di Queenstown e Glenorchy, la compagnia dell’anello incontra gli Argonath, le maestose colonne dei re sul fiume Anduin.

I Māori.

Uno dei tratti caratteristici della Nuova Zelanda è la presenza della cultura Māori, un popolo di origine indonesiana che pare aver colonizzato l’isola durante il medioevo, tra il IX° e il XIII° secolo, migrando qui da una terra leggendaria della Polinesia tropicale conosciuta con il nome di Hawaiki. Nel 1840 gli Inglesi, non riuscendo a sottomettere questo popolo fiero e combattivo, proposero ad esso il trattato di Waitangi, che prevedeva l’accettazione della sovranità britannica in cambio del riconoscimento dei diritti delle diverse tribù sulla propria terra. La trasgressione di tale trattato da parte dei britannici condusse a una forte opposizione del popolo stesso sfociata nelle guerre Māori (1843-48 e 1857-69), portando al loro quasi completo sterminio. Nel 1858 le tribù indigene rimanenti fondarono il Kingitanga, un movimento nato nella Nuova Zelanda del nord con a capo un sovrano, che di fatto possiede un ruolo solamente nominale. Ulteriori guerre portarono i Māori al rischio di estinzione: attualmente costituiscono circa il 15% della popolazione della Nuova Zelanda, che tenta di attuare nei loro confronti delle politiche di integrazione razziale.

La cultura tribale Māori risalta ancora oggi nella curatissima arte del tatuaggio, in particolare quello Moko, tipico delle tribù che si sono distinte per meriti di guerra e status sociale. Questa usanza possiede una valenza fortemente simbolica di rito di passaggio all’età adulta e conservazione della memoria dei momenti salienti della vita: ogni tatuaggio è unico ed irripetibile, fatto con un inchiostro di origine naturale e praticato con coltelli o strumenti simili a scalpelli, che ricoprono la pelle del viso (nelle donne solo il mento) di scanalature in rilievo dalla forma circolare o spiraliforme.