E’ l’Agosto del 2013 quando, per la prima volta, incontro Massimiliano Rosa, meraviglioso artista e figlio d’arte Ledrense, che con l’umiltà di chi ha voglia di regalare qualcosa al mondo, mi parla del Ledro Land Art, un progetto iniziato l’anno precedente e di cui è Curatore, nato dalla volontà di portare Arte e Natura ad “abbracciarsi” in uno dei luoghi più incantevoli d’Italia. Il suo entusiasmo è coinvolgente e non lascia spazio a repliche, così l’indomani, approfittando di una mite giornata di mezza estate, imbocco la strada che abbandonando il Lago di Ledro e costeggiando il torrente Assat, attraversa la piana di Pur dirigendosi verso Malga Cita. Lungo la via, nel pieno della radura, il sentiero apre sulla destra, scoprendo una cinta in legno ed una campeggiante indicazione di benvenuto.
I primi passi contribuiscono a creare l’atmosfera fiabesca: una stradina si snoda tra le fronde e guida lo sguardo alla ricerca di “qualcosa” di nascosto da quel verde interrotto solo dai colori di alcune farfalle di passaggio, mentre il canto degli uccelli e lo scorrere del fiume creano la colonna sonora perfetta per visitare il Parco.
D’improvviso, in uno scorcio di prato libero dalle ombreggiature dei rami, sinuose forme lignee danno vita a “L’Avvolto”, una delle prime opere ad aver riempito gli immensi spazi di questo bellissimo museo a cielo aperto.
Il sentiero prosegue, e ci conduce attraverso un percorso che ha la capacità di ripercorrere la storia di questi luoghi ed al tempo stesso di ravvivarne le tradizioni, dando vita alle leggende che lo popolano. Così ci si trova dinnanzi a trincee rigogliosamente trasformate in porzioni di bosco, volti ed animali ad effige dei secolari abitanti della Valle, Rifugi sospesi, Alberi che cercando di raccontare l’amore che hanno visto sbocciare ai propri piedi, enormi Mani di chi giorno per giorno cura e protegge la valle, sino ad arrivare ad un gigantesco Violino, immoto, al cospetto dei monti, pronto ad interpretare le melodie struggenti dalla natura, mentre fiabesche Altalene ondeggiano tra le fronde, sospinte dal vento, quasi a voler invitare le leggendarie fate delle Dolomiti, le cui voci sembra di poter udire in lontananza, portate dai cristalli di Galena de “L’Alambicco Sonoro”.
Un percorso quasi magico, ma anche un’occasione rara per poter fruire di un patrimonio artistico contemporaneo alla portata di tutti, un luogo dove incontrare l’arte lontano dai canonici musei, con la possibilità di percepirla in un ambiente naturale, scevri da preconcetti e liberi da pareti, così da comprenderla e farla propria. Un percorso adatto a tutti, lungo il quale non esistono età, solo sensibilità e voglia di lasciarsi meravigliare.
Negli anni molte sono le opere che hanno continuato a popolare il parco, e proprio nei giorni scorsi si è chiuso il bando per quelle che saranno le 2 aggiunte targate 2019, e che in tutta onestà non vedo l’ora di scoprire perché ormai il Ledro Land Art è un appuntamento fisso: ogniqualvolta mi capiti di trovarmi a transitare per quei luoghi, tra un tuffo nella corroborante acqua del lago, una passeggiata verso suggestive cascate, ed una forchettata di ottimi piatti locali, non manco mai di concedermi “quattro passi nell’Arte”!
“Ho sempre pensato alle valli come a degli enormi boccioli, i cui petali, quelle imponenti sculture che siamo soliti chiamare Montagne, serbano meravigliosi e tranquilli angoli di Eden. Tra i tanti, splendidi tesori che fioriscono nel nostro Paese, la Valle di Ledro è certamente una delle più incantevoli: un magico fiore, il cui pistillo custodisce una pietra turchese senza eguali. Ora, alla naturale meraviglia di questi luoghi, tanto incontaminati da sembrare sospesi nel tempo, si è aggiunto un piccolo nuovo virgulto di bellezza, un giovane germoglio chiamato Ledro Land Art. La capacità di curare e difendere la Natura e le risorse del territorio, dimostrata negli anni dagli abitanti di questa Valle, viene rimarcata dalla volontà di inserire, sempre nel rispetto dell’ambiente e delle creature che lo popolano, una delle caratteristiche migliori del nostro paese: la Cultura. Cultura che rispetta la Natura attraverso l’Arte, in maniera accessibile a tutti e comprensibile per chiunque voglia assaporarne i frutti. Non è sempre facile avvicinarsi all’Arte Contemporanea, a volte perché lontana dalla tradizionale concezione di bellezza, altre volte perché forse troppo estremizzata nelle idee, a discapito di ciò che è più canonicamente ed universalmente considerato bello, fino a giungere quasi ad un annullamento della evidente capacità dell’Artista. Qui, in questa piccola Galleria verdeggiante, ogni dubbio scompare: artisti eccezionali mettono le loro innegabili capacità al servizio delle persone, così, semplicità, naturalezza e leggende si fondono con il canto degli uccelli e con i suoni del Mondo, in modo che Tutti possano comprendere ciò che, troppo spesso, è riservato a pochi; e così, come un sempreverde durante la Primavera, la Valle di Ledro ha lasciato spuntare una nuova, splendida gemma."
LAND ART
Nota anche come Earth Art, Earhworks o Environmental Art, la Land Art è un movimento artistico sviluppatosi (principalmente) nei Paesi Anglosassoni, tra gli anni ’60 e ’70 del Novecento.
Nata ispirandosi all’arte minimalista e concettuale, si accompagna ai più profondi sentimenti di riscoperta della natura ed allontanamento dalle aree urbane, in favore di un maggiore più puro contatto con l’ambiente rurale e, soprattutto, di pari passo con l’emergere dei movimenti ambientalisti, si pone come punto di svolta in favore di una maggiore sostenibilità del quotidiano; gli artisti, dal canto loro, rivolgono l’attenzione verso l’utilizzo e la riscoperta di materiali naturali, così legno, rocce, muschi, piante ed acqua diventano protagonisti di opere che provengono direttamente dalla natura e che alla natura vogliono tornare, via via integrandosi in maniera non invasiva con l’ambiente entro cui sono inserite.
Nonostante qualche interessante spunto per meglio comprendere le origini e la storia della Land Art possa essere tratto dalla lettura del programmatico “The Sedimentation of the Mind: Earth Projects” di Robert Smithson (autore della “Spiral Jetty”, considerabile la più famosa opera di Land Art in assoluto), sembra davvero difficile non lasciar correre la mente indietro nel tempo, fino ad immaginare che le profonde radici della Land Art siano da ricercare nel più ancestrale e puro retaggio umano, tra affascinanti e misteriose opere del passato come l’impianto megalitico di Stonehenge, le Piramidi, le Linee di Nazca o le Pietre di Carnac