L’isola più orientale delle Canarie offre meravigliose bellezze paesaggistiche e la regione vinicola de La Geria è una vera sorpresa.

Un’isola vulcanica.
Lanzarote racchiude una moltitudine di paesaggi straordinari ed è un’isola dalla geologia eccezionale, frutto delle eruzioni vulcaniche che l’hanno plasmata.
La furia della natura si scatenò tra il 1 settembre 1730 e il 1736, quando una successione di potentissime eruzioni vulcaniche, tra le più disastrose mai conosciute, cambiò per sempre il paesaggio dell’area meridionale di Lanzarote, distruggendo interi paesi e coltivazioni. Oggi è possibile esplorare il magnifico Parque Nacional de Timanfaya, con il suo aspro paesaggio lunare e i centinaia di crateri vulcanici.
La rinascita dell’isola.
Il paesaggio può sembrare inospitale e la storia di Lanzarote sventurata, eppure l’isola è risorta dalle sue ceneri, scoprendo che le eruzioni vulcaniche avevano reso il suolo estremamente fertile per la coltivazione della vite.
La regione vinicola di La Geria è una vera scoperta, ben diversa dai tradizionali filari di vite a cui si è soliti pensare. Infinite distese di zocos, muretti scuri di pietra lavica disposti in semicerchi, si arrampicano sulle colline vulcaniche proteggendo dal vento le basse viti che si sviluppano in profondità nel terreno. Le pianticelle punteggiano come coriandoli verdi il suolo nero. Ovunque regna un silenzio surreale, infranto solo dall’alito caldo dei venti Alisei.



Le bodegas di La Geria e il Malvasía Vulcanica.
I vigneti vengono piantati direttamente nel terreno e coperti dalla pietra lavica che, insieme al terriccio, dona un profumo e un sapore unico ai vini. L’ambiente, seppur ostile, regala alla pianta una longevità fuori dal comune (è infatti possibile trovarne di oltre 200 anni) e fornisce un nutrimento ricco di minerali.
Qui la vendemmia si fa tra luglio e agosto, data la latitudine e le particolari condizioni climatiche. Il Malvasía Vulcanica, piantato nel 1775, è il vitigno autoctono per eccellenza da cui si producono sia vino secco che dolce.
In questa regione sono sorte numerose aziende vinicole e nelle varie bodegas è possibile assaggiare il Malvasía, vino tipico dell’arcipelago canario, ma anche il Manto, il Moscatel e molti altri vini unici.


Lanzarote è un’isola dalla geologia affascinante, disseminata di 300 coni vulcanici, ed è stata dichiarata dall’UNESCO Riserva della Biosfera. Si estende per 806 kmq e solo il 5% del territorio è coltivabile: di questa percentuale, la metà è dedicata alla vite. Si tratta di duemila ettari suddivisi tra le 14 bodegas locali.
La vite, di origine francese, arrivò sull’isola del 1404 grazie ai mercenari al servizio di Enrico II di Castiglia, pagati da Jean de Bethencourt. La terra vulcanica che copre tutta la parte meridionale dell’isola è ricca di minerali e nutrienti, ma difficile da coltivare. La cenere, chiamata picón, trattiene l’umidità della rugiada permettendo così alle tenere pianticelle di sopravvivere al clima caldo e secco. L’isola gode infatti di un clima mite tutto l’anno, ma di fatto semidesertico, dove il vento costante mitiga il cocente sole africano che inaridisce il suolo. Le precipitazioni sono scarsissime.
I contadini hanno dovuto ingegnarsi per sfruttare le potenzialità (e le asperità) date dal terreno. Ogni pianticella viene fatta crescere in una sorta di pozzo sommerso, profondo circa tre metri e largo cinque, ma può arrivare a dieci metri. Dei muretti di roccia vulcanica a semicerchio, chiamati zocos, proteggono la vite che è quindi piantata direttamente nel terreno. La piantumazione, così come la vendemmia, viene fatta praticamente a mano. Per questo motivo, e per la particolarità di questa tecnica, un detto locale vuole che i viticoltori vengano definiti jardineros (giardinieri).